Real e Baggio sul tetto d'Europa.

Quando una squadra domina la Cempions Lig come il Real si ha la tendenza a salire sul carro del vincitore e lasciarsi andare a celebrazioni sbrodolanti. Ma non noi che siamo obiettivi e oggettivi. Il Real ha vinto con merito, ma ha beneficiato anche di una Dinamo falcidiata dagli infortuni nei suoi gangli vitali: Kakà, Gattuso, Inzaghi e Fava non sono noccioline. Nelle finali basta poco per rompere gli equilibri: un sassolino (o uno striscione) per far pendere la bilancia da una parte oppure dall'altra. Gli sconfitti hanno l'onore delle armi, ma il Real non si è meritata la Coppa in finale, ma nei gironi eliminatori eliminando Roma, Sporting e Parma. E sopravvivendo al Milan e alla Lazio ed evitando lo Sferracavallo e la Juventus.

La fredda cronaca
Gianmazzone schiera un offensivo 3-4-3 senza nessun incontrista con il neo acquisto Cassetti sulla destra. In difesa Martinez Vidal sostituisce l'infortunato Chivu, mentre in attacco sono tutti presenti a formare il consueto tridente ispirato da Roberto Baggio. Pasqualotti risponde con uno speculare schieramento con Cozza a ispirare Stellone, Konan e Simone Inzaghi. La differenza di peso specifico in attacco a favore del Real è accentuata dalla grave mancanza nella Dinamo di Kakà sostituito da Nervo. Fuori anche la mente pensante del centrocampo: Ringhio Gattuso.
Già al 19' il Real passa in vantaggio con una punizione alla Roberto Carlos di Zè Maria. Frey ne è sorpreso: 1-0. La Dinamo non fa tempo a riprendersi dallo shock che 5' dopo l'arbitro fischia un rigore a favore del Real. I tifosi chiamano Baggio sul dischetto e invece ci va Zè Maria. Tiro e goal. Mezzo voto in più per Baggio che è stato generoso con il brasiliano e gli ha lasciato tirare il rigore.
Al 30' risposta di Cozza, ma il risultato non cambia. Si va al riposo sul 2-0 per il Real.
Nella ripresa Baggio predica calcio e uno striscione alla carriera gli fa alzare il voto di un punto netto. Per la Dinamo la situazione è disperata: Oddo e Cesar spingono sulle fasce, ma l'attacco è totalmente insufficiente. Ledesma, Cozza e Maresca costruiscono gioco, ma non concretizzano la superiorità su Emerson e Jankulovski. Al 44' Baggio si autolancia (un punto in più per l'assist) e realizza: 3-0. Vista che l'attacco fa pena, Cesar si sganascia sulla fascia e segna il goal della bandiera al 48' della ripresa. Troppo tardi per rimontare. Baggio nominato MVP.

Baggio lascia da campione
Con una prestazione da 9 in pagella con goal e assist, Robertino "Codino" Baggino si congeda dal grande calcio. Ci mancheranno i suoi voti alla carriera, i suoi 7,5 per i passaggini laterali, i suoi 8 per le sue punizioni dal limite alte, i suoi 9 per gli striscioni del pubblico amico. Baggio lascia con in bacheca due Coppe UFFA, tre Super Coppe Europee e una Cempions Lig conquistata da miglior giocatore in campo.

I segreti del Real
Sarebbe facile parla dei miliardi di Florentino Colla (buttati per acquistare Ronaldo, Fiore, Mendieta, Rui Costa ecc.) oppure delle magie tattiche di Gianmazzone (lo striscione per Baggio). C'è però una figura che sta dietro ai successi del Real, una figura che lavora lontano dai riflettori che però ha un nome e un cognome: Danjadin Marteloskov. Da quando ha preso la direzione tecnica del Real, le merenguitas sono diventate una squadra vincente. Non importa se ha iniziato a vincere dai tornei minori come la Coppa Uffa o le supercoppettine varie. Quello che conta è che quando finalmente è riuscito a qualificarsi per la Cempions Lig l'ha vinta. Marteloskov ha iniziato l'opera di costruzione della potenza Real da Ronaldo: l'ha mandato via. Poi ha lavorato subdolamente prima rifilando Vargas ai Pipponi per Zè Maria, poi soffiando Flachi alla Dinamo a tradimento quindi manovrando Adriano verso l'Inter per far esplodere Gilardino acquistato casualmente da Colla. Marteloskov è quindi uno dei manager più ambiti nel fantacalcio: se è riuscito a far vincere qualcosa di serio al Real...

Onore agli sconfitti
La delusione sul volto di Carletto Pasqualotti è ben visibile. E' arrivato due volte in due anni alla finale di Cempions Lig con due squadre diverse. Entrambe scarse. E due volte è stato sconfitto. Pasqualotti ha dovuto far fronte a numerose assenze: Kakà, Gattuso e Filippo Inzaghi. Ma non cerca alibi, anche se ha un rimpianto: "Avrei dovuo schierare Redondo (6 in pagella n.d.r.)". E alla domanda "ma non si sente un po' Marcello Lippi" cosa risponde?